Greenpeace rileva PFAS in quantità consentite nelle acque potabili di Empoli

Greenpeace ha confermato la presenza di PFAS, i cosiddetti “inquinanti eterni”, nelle acque potabili di Empoli. Non sorprende, dato che Arpat ne rileva stabilmente almeno in due falde empolesi, in una di Vinci (con concentrazioni, in alcuni casi, anche maggiori rispetto ad Empoli) e nei fiumi Arno, Orme ed Elsa. I PFAS, usati in numerosi processi industriali e prodotti di largo consumo, si accumulano nell’ambiente e sono collegati a gravi rischi per la salute.
Ad Empoli sono stati individuati il PFBS, incluso dall’Agenzia Europea per le Sostanze Chimiche (ECHA) tra le sostanze estremamente preoccupanti per salute e ambiente, e il PFBA. Sebbene i livelli rilevati siano inferiori alla soglia normativa attuale, Greenpeace sottolinea che questa è ormai obsoleta e più permissiva rispetto agli standard di altri Paesi, come Danimarca e Stati Uniti, dove i valori rilevati a Empoli sarebbero considerati oltre i limiti consentiti.
Ci chiediamo come la coalizione di maggioranza a Empoli, inclusa Alleanza Verdi Sinistra, abbia potuto “fare a pezzi”, votando per punti e respingere in parte la mozione della Rete Zero Pfas Italia, sostenuta da Greenpeace e presentata in Consiglio Comunale da Movimento Cinque Stelle e Buongiorno Empoli. La mozione chiedeva un monitoraggio capillare da parte della Regione Toscana e una normativa nazionale per vietare la produzione e l’uso di PFAS. Tuttavia, è stata approvata solo la parte riguardante le analisi delle acque da parte di Acque Spa, mentre gli impegni per richiedere alla Regione Toscana l’istituzione di un piano di tutela fino ad una legge nazionale sono stati respinti.
Secondo la Rete Zero Pfas regionale, la mozione è stata approvata integralmente in molti comuni, mentre appare come un unicum l’esito empolese.
Ringraziamo Greenpeace e la Rete Zero Pfas Italia per il grande e prezioso lavoro svolto
a tutela di tutti. I dati delle analisi sono disponibili qui:

Chiediamo adesso alla cittadinanza di cosa ancora ci sia bisogno prima di realizzare l’importanza e l’urgenza di dover attuare l’articolo 41 della costituzione, con il quale il diritto alla salute e ad un ambiente sano sono posti obbligatoriamente e giustamente come condizione primaria rispetto alla libertà d’impresa.
A chi ancora oggi continua a credere che la scelta di non impegnarsi per fare chiarezza di fronte a evidenze preoccupanti, sia nell’interesse dei bisogni attuali della città e in coerenza con un’idea di sviluppo del nostro territorio per continuare a garantire occupazione, benessere, sostenibilità e sicurezza economica e sociale, non ha forse ancora realizzato che la politica “del fare” a tutti i costi perché “bisogna guardare al futuro”, è in realtà un artificio sbrigativo e superficiale per affrontare questioni vitali con cui le vecchie generazioni, che hanno vissuto per anni in prosperità a danno delle generazioni future, cercano di convincere le nuove generazioni a mantenere le vecchie abitudini con le quali hanno compromesso irrimediabilmente risorse primarie alle quali i giovani non avranno più la stessa possibilità di accesso che hanno avuto loro, paventando ai giovani come unica alternativa certa a quella “del fare” quella di un futuro senza occupazione e benessere.
Sostenibilità significa “soddisfare i bisogni della generazione presente senza compromettere quelli delle generazioni future”. Tuttavia, mentre in altri Paesi, con i quali inevitabilmente dovremo confrontarci, si adottano da tempo politiche mirate a garantire un futuro più sostenibile per le prossime generazioni, da noi questo approccio continua a mancare.
Il quadro del nostro territorio, sempre più chiaro grazie a dati e documenti crescenti, ci restituisce una realtà preoccupante. Alle future generazioni empolesi lasceremo falde già oggi contaminate da inquinanti eterni, terreni compromessi dal Keu, e una qualità dell’aria che, secondo la relazione AUSL, risulta distante dagli standard raccomandati dall’OMS per la salute umana. A ciò si aggiungono uno dei più alti indici di mortalità per malattie respiratorie nella regione e persistenti e diffuse maleodoranze.
La consapevolezza collettiva appare distorta: il patrimonio arboreo è percepito più come un pericolo da eliminare che come una risorsa preziosa, sottovalutando la funzione ombreggiante degli alberi dal momento che i giorni oltre i 34° sono passati nell’ultimo secolo da 50 a 400 di media decennale, inoltre in assenza di un adeguato piano di controllo e monitoraggio si rileva un cospicuo aumento delle emissioni elettromagnetiche. Nel frattempo, terreni agricoli, fondamentali per le loro funzioni ecosistemiche, vengono sacrificati per la cementificazione, spesso senza reali necessità. Le falde idriche sono sempre più in sofferenza e il territorio, anche a causa di progetti infrastrutturali realizzati senza adeguate tutele in nome del “fare”, si trova esposto a rischi idrogeologici sempre maggiori, aggravati dai cambiamenti climatici. Tutto ciò mette a repentaglio beni, attività e soprattutto gli affetti delle generazioni future.
Assemblea permanente NO KEU
Associazione Bio-Distretto Montalbano APS
Circolo Legambiente Empolese-Valdelsa APS
Comitato Alberi Viale IV Novembre Empoli
Comitato stop5g Empoli- Valdelsa
Comitato Trasparenza per Empoli
Mamme di News a tutto Gas
Marcignana non si piega
Comitato Meno cemento più verde
Comitato per un altro raddoppio Empoli Granaiolo
Comitato Salviamo la Collina dal Cemento

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