Dire che non si è più disponibili per il tono esagerato di qualche cittadino, ma non perché si è svolto un lavoro di valutazione e analisi che ha portato a vedere questo progetto per quello che è (lavoro fatto da una larga parte della cittadinanza), rappresenta per certi versi un atto di rinuncia all’esercizio della pubblica funzione.
Quando si è investiti di un compito e si è chiamati a svolgere un ruolo di vigilanza e valutazione, l’evitare di pronunciarsi nel merito specifico senza prendere una posizione sulla questione, rappresenta di fatto un modo per sottrarsi al dovere che si ha di partecipare attivamente alla risoluzione del problema rifiuti, con conseguente rinuncia alla possibilità di poter dire la nostra.
Adesso la Sindaca è chiamata ad ufficializzare la posizione dell’amministrazione comunale nelle opportune sedi, non più attraverso post generici, ma ufficializzando una meritata risposta istituzionale ufficiale come atto dovuto e di rispetto verso tutti gli altri rappresentanti all’interno della sede consiliare e verso la cittadinanza.
Occasione da non mancare per la sindaca di Empoli è quella del consiglio comunale di lunedì 19, in cui è tenuta a esprimersi di fronte al consiglio comunale. Dichiarazioni ufficiali che confidiamo, per efficacia, esser immediatamente e pubblicamente indirizzate anche ad Alia e Regione Toscana.
Siamo consapevoli che il problema generale rimane, e lo siamo altrettanto del fatto che non si tratta di un problema del solo comune di Empoli. Si tratta innanzi tutto di una questione regionale. Sappiamo che coloro che hanno proposto questa tecnologia e questa scala industriale, continuano ad avere l’interesse a non ridurre i rifiuti, in modo da potersi garantire in futuro una quantità di materiali sufficienti per aumentare i guadagni legati a questi impianti ed a questi modelli di business.
A Empoli se questo impianto non si dovesse fare ne saremo felici, ma saremo più felici e continueremo ad adoperarci affinché non si faccia da nessuna altra parte.
Nella mancata esecuzione si prenda coscienza della necessità di rivedere da zero un piano per i rifiuti che affronti il problema dalla radice e che, in primo luogo, obblighi tutto quanto l’Ato e tutti quanti i comuni ad applicare politiche virtuose reali e importanti, con obiettivi imposti che portino ad una effettiva riduzione del rifiuto.
In secondo luogo affrontare la valutazione del come trattare e valorizzare il rifiuto, è indispensabile che la Regione valuti altre strade.
In tutto questo la proposta di soluzioni sta alla Regione, che però dovrebbe preventivamente interagire e fare propria anche l’opinione dei cittadini, per arrivare a proporre più strade, più modelli con più possibilità di scelta, includendo i cittadini con proposte su idee o attori diversi, oltre ai gestori tradizionali che siano utili nel realizzare delle soluzioni a questo problema.
Non entriamo nemmeno nella questione di quanto infelice sia il curriculum di questa tecnologia e delle notevoli criticità di tutti i tentativi industriali di “Waste to chemical”.
Come pure facciamo solo un accenno alla totale inopportunità della localizzazione.
Certo sindaca e giunta non sono tenuti ad avere una competenza tecnico scientifica, e in più occasioni la sindaca stessa ci ha invitato a sorvolare sulle questioni tecniche, però ci rimane la curiosità di sapere chi siano questi tecnici e urbanisti che l’hanno consigliata e come mai non abbia mai fatto parlare loro in un incontro pubblico.
Lo ribadiamo: i rifiuti sono un problema collettivo e non aziendale. Compito della politica è cercare soluzioni a breve, a medio e lungo periodo e non appiattirsi su una permanente emergenza. Compito della politica è agire su tutti i livelli di produzione del rifiuto e non solo sul suo oneroso smaltimento.
Soprattutto, compito della politica è quello di tirare fuori la gestione dei servizi da logiche strettamente privatistiche e finanziarie, affinché i servizi essenziali non siano piegati alla logica del profitto nella sua forma più triviale, quella finanziaria e della quotazione borsistica.
Per questo proseguiamo con la stesura dei quesiti referendari che riguardano il gassificatore come referendum consultivo e l’uscita del Comune di Empoli dal progetto Multiutility, che ancora non è nata e già si presenta come un meccanismo infernale per la Comunità tutta.
Tutto questo perché un no non diventi un punto di arrivo, ma si concretizzi in un nuovo e più virtuoso inizio.
Confidando in un maggiore confronto successivo alla deliberazione delle varie posizioni degli enti proponenti, rimaniamo a disposizione per risolvere il problema, insieme.
Vi ringrazio e condivido tutto del comunicato, aggiungo che anche il CV del ad di ALIA nonché futuro presidente di Multiutility Toscana è alquanto interessante; se fossi uno sceneggiatore di Gomorra lo userei per spiegare come nasce l’intreccio tra malaffare e politica.