🔍 Buone nuove intenzioni Multiutility, referendum e indicazioni dal bilancio 2024.

Come comitato promotore del referendum empolese siamo felici di apprendere le parole del segretario empolese che seguono quelle del segretario regionale con l’intenzione di porre fine all’ipotesi di quotazione in borsa di Alia Multiutility.
Adesso attendiamo che le parole trovino concretezza negli atti di governo nella nostra Empoli, dove ad oggi è in essere una delibera che dichiara la volontà di quotare in borsa l’azienda, quindi in pieno contrasto con quanto indicato dai segretari, e che differisce per tale parte con le delibere della maggioranza dei comuni soci di multiutility.

A questo punto la nuova amministrazione deve quindi procedere con una modifica della delibera, sostituendo la parte finale “e quotazione in borsa” con lo stesso testo approvato dalla maggioranza degli altri soci, come da sempre sostenuto dal nostro comitato.

Contestualmente è inoltre necessaria anche una dichiarazione formale nei confronti del CDA e dell’assemblea dei soci, in cui l’amministrazione dichiari che il comune di Empoli non è più favorevole ad una ipotesi di quotazione in borsa chiedendo che il CDA venga incaricato di cercare altri modelli di gestione.

Se l’amministrazione comunale effettuerà questi passaggi, coerentemente con quanto espresso dalle segreterie, si vedranno realizzate anche le condizioni per superare il referendum su Empoli.

Tornando agli interventi dei segretari, sul capitolo investimenti, il nodo fondamentale da chiarire per poter capire la quantità di fondi necessari, è la tipologia di investimenti da fare, e questo è proprio quello in cui Alia ha sbagliato finora basando tutto su progetti irrealizzabili e costosi come i gassificatori.
Questo è recentemente stato dimostrato anche dalla multinazionale Shell, la quale ha rinunciato ai suoi progetti di pirolisi in giro per il mondo.
I gassificatori sono progetti irrealizzabili come da noi sempre sostenuto e ora si aggiunge anche la conferma di Shell.
È urgente un piano impiantistico che ruoti attorno alla vera economia circolare, che si dimostra unica strada percorribile anche analizzando il bilancio 2024 della società, dove a pag. 40 troviamo interessante l’entità dei “Ricavi da altre attività” di € 44.988.043 , i quali sono principalmente i proventi conseguiti nei confronti di consorzi (COREPLA, COREVE, CONSORZI RAEE ecc) e altri soggetti in riferimento ai contributi per la vendita dei materiali (carta, acciaio, ferro, apparecchiature elettroniche, vetro, plastiche ecc) provenienti dalla raccolta differenziata dei rifiuti, che vanno di fatto a compensare quasi il 50% dei costi operativi sostenuti per Trasporto trattamento e smaltimento Rifiuti.
Tutto questo con una raccolta differenziata del 68% di scarsa qualità, fatta in parte con modalità non ottimali. Quando in futuro in tutti i comuni si arriverà ad una raccolta porta a porta del 90% e di altà qualità, si potranno ragionevolmente abbattere gran parte dei costi sostenuti per Trasporto trattamento e smaltimento Rifiuti.
Questi numeri contenuti nel bilancio smentiscono chi parla di non convenienza della raccolta differenziata sopra al 75% .
Questo proprio perché con le attuali tecnologie, che hanno costi molto inferiori agli inceneritori, è possibile avviare a riciclo effettivo una sempre maggiore quantità di rifiuti, con evidente risparmio per le bollette, a patto ovviamente che si investa in nuovi e più moderni impianti TMB.

Questa quindi è la strada più responsabile e finanziariamente sostenibile da percorrere, il resto sono soltanto i soliti tentativi di incatenare i territori ai vecchi cicli industriali di incenerimento che hanno il solo scopo di aumentare le bollette per aumentare i dividendi.

Passando poi alla distribuzione dei dividendi ai Comuni soci di Alia, questi dati sono riportati alle pagine 86 e 87 del bilancio e ammontano a € 33 milioni.
L’incremento dei ricavi della TARI e TARIC è stato di Euro 25.773.699 , generati essenzialmente con gli aumenti che abbiamo pagato nelle nostre bollette.
In pratica la TARI, TARIC e le tariffe dei servizi pubblici sono stati ancora una volta il Bancomat da cui i comuni prelevano a loro piacimento per sanare i propri buchi di bilancio. Si tratta pertanto di una sostanziale tassa iniqua perchè non proporzionale al reddito che viene totalmente nascosta fra le pieghe delle bollette.

Chiunque dopo tanti anni di discussione parli ancora di multiutility senza mai riportare 1 numero sta solo cercando di imporvi la propria ideologia, perchè di numeri ormai ce ne sono in abbondanza.

Per concludere, come suggerito da Mazzantini, il nostro territorio deve assolvere alla funzione di cerniera verso quei territori a noi confinanti, aggiungiamo noi con l’auspicio che, come fatto dal PD Pisano, si chieda una forma di gestione in House che eviti questo meccanismo di aumenti ingiustificati a tutela reale della cittadinanza e dei cicli vitali e economici.

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