📣 Referendum Acqua multiutility, l’accorpamento sarà scelta politica dei partiti 🧠

Si è riunita mercoledi 28 febbraio la prima commissione del Comune di Empoli per discutere sulla nostra richiesta di variazione del regolamento per l’istituto referendario.
Qui il link alla seduta
https://youtube.com/watch?v=KZg437kXRVM&feature=shared
Ricordiamo che la richiesta è finalizzata ad ampliare la possibilità di accorpamento del referendum con le altre tornate elettorali già previste dalla legge e dallo statuto comunale, ma non dal regolamento stesso, con il fine di agevolare una più diffusa partecipazione con notevoli risparmi per le casse comunali.
Per l’occasione il presidente della commissione Andrea Picchielli in forza alla Lega ha dovuto lavorare duramente per riuscire a convocare la seduta invitando un rappresentante del comitato referendario per illustrare la richiesta.

In seguito alla presentazione della richiesta portata da Marco Cardone, in rappresentanza del Comitato Referendario Trasparenza Per Empoli, è intervenuta la segretaria generale del Comune di Empoli Rita Ciardelli riportando alcune considerazioni ed un parere del Ministero riguardante una situazione in cui però sussistevano sostanziali differenze rispetto alla situazione di Empoli, prima delle quali la mancanza di un regolamento specifico. Nel parere il ministero confermava la possibilità che uno statuto possa prevedere regole più stringenti rispetto alla legge del Testo Unico, nella fattispecie di Empoli però lo statuto ed il regolamento sono identici e la differenza restrittiva vi è soltanto nel regolamento.

Il rappresentante del nostro comitato ha poi presentato alla commissione un parere di uno studio legale che riporta una sentenza della Corte di Cassazione nella quale si chiarisce che esiste un principio di gerarchia delle fonti, ovvero lo statuto è configurabile come atto normativo atipico, in posizione di primazia rispetto alle fonti secondarie dei regolamenti.

La segretaria generale a questo punto ha espresso la sua posizione di ruolo dichiarando inoltre: “questa commissione non può essere un colloquio tra me e questo signore” (riferendosi al nostro rappresentante), dichiarazione che ha lasciato diverse persone interdette in quanto la presentazione della documentazione era rivolta alla commissione e non alla segretaria generale che forse si è sentita chiamata in causa nello specifico delle argomentazioni dei documenti presentati da tutti i partecipanti alla seduta.

Durante la seduta si sono susseguiti interventi di Beatrice Cioni di Buongiorno Empoli e Simona Cioni del PD in sostanziale contrapposizione tra loro.
Beatrice Cioni sosteneva l’importanza di creare le condizioni per consentire la più ampia partecipazione dei cittadini garantendo il massimo risparmio e riportava l’incoerenza del parere della segreteria su diverse questioni, tra le quali il fatto che durante il percorso di realizzazione del regolamento perseguiva e motivava l’obiettivo di massima apertura alla partecipazione, mentre adesso apre ad un parere contrario e limitante.
L’intervento di Simona Cioni ci ha dato l’impressione di voler esprimere discredito verso la documentazione presentata ancor prima di averla letta, lasciandoci la sensazione che i cittadini che chiedono parola siano visti come una noiosa eventualità verso la quale non c’è altra soluzione che limitare preventivamente ogni possibilità di dialogo e confronto.

Sempre dai banchi del PD, con l’intervento del consigliere Atos Bagnoli, è poi emerso per la prima volta in modo esplicito il carattere puramente personale sulla questione, non più sul regolamento come atto di governo, ma sullo specifico referendum Multiutility, esprimendo una chiara posizione volta a lasciare il regolamento volutamente limitativo. Tutto questo con il fine non detto, ma non tanto celato, di creare le condizioni in cui per rispettare il principio di economicità, in assenza della possibilità di accorpamento, si arrivi al referendum con pochissimi seggi rispetto al numero di elettori, limitando così la possibilità di partecipazione per tutti gli empolesi. Bagnoli si é poi espresso auspicando che sia fatta informazione sul tema multiutility affermando:
“quando c’è questo referendum parliamo noi empolesi e discutiamo di questo problema”.
È stato quindi ricordato dal rappresentante del comitato che i cittadini, il comitato Trasparenza per Empoli ed il Coordinamento Associazioni No Multiutility chiedono a gran voce da più di un anno e mezzo che siano realizzati incontri, confronti ed eventi di qualsiasi tipo per informare i cittadini, ma è chiaro e dimostrato dai fatti che quanto detto da Bagnoli non è realmente nelle intenzioni del PD, ma sia solo l’ennesimo tentativo di rimandare a domani un approfondimento che oggi provoca disagio ed imbarazzo nel PD e che con ogni probabilità é ormai destinato a non arrivare mai.
Di fatto non c’è mai stata dimostrazione della volontà da parte del PD di realizzare quanto dichiarato, addirittura il segretario regionale del PD Fossi ha dichiarato la sua impossibilità di sollevare la discussione a livello di partito, il che conferma quanto emerso anche da un incontro che abbiamo avuto con i vertici della segreteria nazionale del PD in cui ci hanno confermato di non essere a conoscenza di quanto stia accadendo in Toscana rivelando divergenze con alcune delle scelte e modalità che sono state alla base del percorso e progetto in atto.

L’ultimo invito portato dal comitato e rivolto a tutti i consiglieri é stato di non commettere l’errore di lasciarsi condizionare da posizioni politiche preconcette, che inevitabilmente inficierebbero sulla efficacia e correttezza di un regolamento comunale che rimarrà dopo di noi per tutte le future generazioni.
La scelta più giusta imparziale ed equilibrata é senz’altro quella di riportare nel regolamento, in modo esatto e puntuale, quello che é riportato nello statuto e nella legge di riferimento, in quanto diretta emanazione del legislatore super partes e libero da condizionamenti.

La seduta si è conclusa con la proposta di incaricare la segreteria comunale per l’invio di una richiesta di parere al ministero al fine di conoscere se il regolamento può riportare regole più stringenti rispetto allo statuto e alla legge.

La questione dunque si prefigura come una mera scelta politica, dove la scelta sarà tra lasciare un regolamento volutamente restrittivo per favorire una posizione politica su un tema specifico, oppure variare il regolamento riportando esattamente quello che il legislatore ha indicato al fine di garantire sempre la massima partecipazione possibile ed il maggior risparmio economico.

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