Il nostro comitato referendario deve pagare l’occupazione di 4 mq di suolo pubblico per raccogliere le firme (se questo avviene per più di 3 giorni al mese), ma un’associazione che ha un punto ristoro per l’intera estate e organizza un festival di 7 giorni occupando l’intero parco di Serravalle con l’evidente scopo di fare profitti non deve pagare niente.
Evidentemente quello che l’amministrazione comunale intende comunicarci con ciò è che non dobbiamo occuparci di quello che viene da loro deciso e di come beni e denari della collettività vengono gestiti, ma piuttosto dobbiamo impiegare il nostro tempo bevendo e danzando.
Lo dimostrano i tanti post del comune e della sindaca sul Beat festival, mentre per la campagna referendaria contro la quotazione in borsa della multiutility, nonostante la nostra denuncia e l’esistenza di un regolamento comunale, abbiamo trovato finora solo un piccolo trafiletto sul sito del comune.
D’altronde questa è solo l’ennesima conferma, dopo che anche per la variante urbanistica, è stato ammesso che sono state accolte le richieste che sono arrivate da quei soggetti che hanno dimostrato maggiori capacità di “investire sul territorio”; ovvero se hai i soldi ti diamo tutto e non paghi niente (come nel caso del Beat festival), o al limite facciamo di tutto per darti quello che chiedi e anche qualcosina di più e a condizioni più che vantaggiose (come nel caso della variante urbanistica).
Insomma se hai realmente l’intenzione di esercitare un diritto costituzionale nell’interesse dell’intera comunità , portando avanti sul territorio del comune di Empoli un’attività che è emanazione diretta della costituzione, devi sottostare in modo ferreo a tutti i regolamenti comunali, ma se hai solo l’esigenza di portare avanti il tuo business, allora le deroghe alla interpretazione dei regolamenti e alla gestione dei beni pubblici comuni trovano in questa amministrazione il loro apice “creativo”.
Insomma chi ha per pagare non paghi e chi non ha per pagare si dia da fare per farlo anche per esercitare un suo diritto costituzionale.
Un’amministrazione che è mossa da questi princìpi non poteva che finire per concepire e promuovere Multiutility e quel modello di gestione dei servizi primari, che come è ormai evidente, porterà più vantaggi ai privati che ai cittadini proprietari dei beni. L’ultimo spropositato aumento della Taric è soltanto l’ultima dimostrazione in ordine di tempo.
Riappropriamoci ora dei nostri beni e della loro gestione, partendo da quella dell’acqua e dei servizi primari prima che sia troppo tardi, FIRMA ADESSO PER IL REFERENDUM, e se lo hai già fatto, informa ed invita tutte le persone che conosci a farlo a loro volta.
Condividete per dare più importanza alla voce di tutti i cittadini. Insieme Uniti Interessati per un dialogo aperto e propositivo. 👋
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